Associazione "La Mano Sulla Roccia"

7 OTTOBRE 2017 GITA - INCONTRO CON ANTONIO MAIONE SUL TEMA: "REALIZZAZIONE NELLA RECIPROCITA' DEL DONO" - RESOCONTO

7 OTTOBRE 2017 GITA - INCONTRO CON ANTONIO MAIONE SUL TEMA: "REALIZZAZIONE NELLA RECIPROCITA' DEL DONO"  - RESOCONTO

 

RESOCONTO

GITA-INCONTRO A GOLETO E CONZA DEL 07-10-2017 SUL TEMA:

 

"REALIZZAZIONE NELLA RECIPROCITA' DEL DONO"

 

I portatori di handicap oggi vengono definiti "diversamente abili". La diversità dell'abilità comporta la complementarietà.

Nel pullman ho avuto modo di ascoltare una lunga discussione sull'immunologia per cui mi sono soffermato a pensare che cosa significhi la parola "immunologia"...

La tematica che svilupperemo oggi è "Realizzazione nella reciprocità del dono"...

Vi faccio fare un po' di... salti per farvi cogliere come l'immunologia sia in contrasto con la realizzazione.

La realizzazione della persona è il raggiungimento dell'autonomia che coincide con l'espressione della totipotenzialità che è contenuta nel genotipo. Ognuno di noi è diverso dall'altro. Quindi è un... diversamente abile, un portatore di handicap.

L'immunologia è l'opposto della comunità (cum munia - con dono). "Immune" significa "negazione del dono", quindi non donante, quindi isolato, quindi emarginato, quindi respinto.

La comunità, nella sua intrinseca costituzione dal punto di vista ontologico, è una realtà vuota, che non può esistere perché l'autonomizzazione è l'espressione della genuinità e della novità del singolo. Quanto più il singolo vuole realizzarsi, tanto più deve essere libero. Ma se mette in evidenza la sua libertà, può entrare in opposizione con la comunità. Quindi, nella comunità subentrano due elementi contrastanti che negativizzano la possibilità dell'esistenza della comunità stessa perché laddove il soggetto vuole essere autonomo, non può essere controllato. Quindi non deve essere sottoposto alla legge che gli dà sì sicurezza, ma gli toglie l'opportunità dell'espressione.

Allora la società, al pari dell'organismo che è costituito da un sistema psico-neuro-endocrino- immunologico che quando scopre la presenza dell'antigene, del nemico, di chi l'aggredisce, si rassicura mettendo in essere gli anticorpi, così la società rigetta la persona autonoma.

Al sopraggiungere del pericolo, dunque, l'organismo insorge col suo sistema immunitario e trova il modo per conservare sé.

Il sociologo Mauss, discepolo di Durkheim, diceva che l'uomo, nella sua situazione di freddezza, non può trovare calore se non nell'altro. Però l'altro che è a sua volta munito di libertà, può togliere la sicurezza. Quindi, la dialettica nella comunità comporta, da una parte, la libertà e dall'altra parte la sicurezza per cui se voglio essere molto sicuro, devo ridurre la mia libertà; se voglio essere molto libero, devo rinunciare alla sicurezza.

Questi due poli che sono i costituenti essenziali ed ontologici della comunità, si contrappongono. Pertanto, la comunità, in quanto tale dal punto di vista sociologico, è nell'impossibilità a costruirsi.

Una volta, il bilanciamento tra sicurezza e libertà era affidato alla comunità. Oggi, invece, è affidato alla singola persona la quale deve costruire la propria dimensione comunitaria.

Ogni persona, oggi, deve farsi la propria rete, la propria ragnatela per non restare intrappolata nel sistema societario. Infatti, la realtà sociale che tende ad iperproteggersi, entra poi in una situazione di implosione.

Quando avviene questo, quella che voleva essere l'opportunità per la realizzazione dell'uomo nella socializzazione e, quindi, nella reciprocità, fallisce.

Heidegger diceva che non è possibile che l'uomo viva se non nel sociale. Aristotele diceva che l'uomo è un animale sociale. L'animale può vivere da solo. L'uomo no.

Se non può vivere da solo, l'uomo ha la necessità per quanto attiene il proprio sviluppo, la propria autonomizzazione, dell'estrinsecazione delle sue potenzialità nascoste e della relazionalità con l'altro e, quindi, della reciprocità. Non è possibile che la realizzazione dell'uomo possa avvenire al di fuori della società.

Questo lo dicevano Aristotele, Heidegger, Mauss, Durkeim, ma se andate più a fondo nella sociologia contemporanea, trovate che tutte le scuole, quella parigina, di Francoforte, quella americana, ecc., arrivano ad una sola conclusione e cioè alla tanatopolitica, alla morte della politica in quanto governo della società nella quale sono compresenti i due aspetti contraddittori: libertà e sicurezza per cui se vuoi essere libero non puoi essere sicuro e se vuoi essere sicuro non puoi essere libero.

Una volta si diceva, per quanto riguarda la struttura economica della comunità, che come il sollevamento di una barca sull'onda comporta l'innalzamento di tutte le altre barche, così l'emancipazione e l'arricchimento di pochi costituiva la premessa per l'arricchimento di molti.

Quindi, praticamente si optava per la concentrazione di ricchezza in pochi perché questi fossero trascinatori dell'innalzamento della dignità lavorativa e della realizzazione dell'espressione e del rispetto delle singole realtà personali.

Invece, se nel 1974 il rapporto paga lavoratore-manager era di 1 a 35, nel 1980 di 1 a 135, fino a salire nel 2000 di 1a 581, vuol dire che la teoria dell'arricchimento di uno a vantaggio anche degli altri non è più valida.

Il raggiungimento dell'autonomia che è premessa per la felicità la quale è la realizzazione dell'uomo, comporta una reciprocità, ma questa non può avvenire nella spaccatura del reddito, ma nella possibilità del dialogo come dicono i sociologi e non solo loro perché oggi la sociologia, la filosofia e la psicanalisi si intersecano costituendo un unico campo di indagine e di riflessione. Infatti, non si può parlare di sociologia senza avere la chiave interpretativa dell'uomo (psicanalisi), senza avere l'interpretazione della filosofia e quella dell'economia.

Insomma, oggi perché l'uomo si possa realizzare, bisogna giungere alle conclusioni del sociologo  Bauman che nel 2000 ha parlato di "società liquida", argomento ripreso, poi dal filosofo Roberto Esposito e che cioè, mentre nel mondo americano la sociologia è completamente distinta dalla filosofia e si pone più su un piano statistico, commerciale, reddituale, materiale, invece nella linea europea la sociologia è abbondantemente intrisa di filosofia.

L'interpretazione che oggi si dà dell'uomo è una sorta di scontro ideologico perché una sociologia fondata soltanto su dati statistici non può dare la risposta all'uomo che vuole entrare con maggiore prepotenza nel diritto di realizzare se stesso. La realizzazione della persona comporta inevitabilmente che questa abbia un momento di introspezione per cogliere quali sono le proprie qualità, le proprie potenzialità, ma bisogna anche che abbia, esternamente, l'opportunità di mettere in atto ciò che possiede.

Se io non conosco, non potrò mai esprimere me, ma se mi conosco e non ho le condizioni per potermi esprimere, io comunque resto un aborto.

Oggi i social network producono una facilitazione di informazione per cui anche il più abbandonato degli uomini,  tramite internet, può entrare in contatto con i livelli evolutivi delle altre società. Quindi, non è più possibile vivere in un mondo circoscritto.

Poco fa abbiamo appreso che quelli che entravano in questo convento non ne uscivano più neanche da morti! Ma ogni soggetto si può realizzare solo nella comunità. Però, come abbiamo visto, la comunità è ontologicamente vuota perché viene a trovarsi nella trazione dei due poli opposti. Da un tratto c'è l'accentuazione dell'immunizzazione che coincide con l'espulsione, con l'emarginazione. Dall'altro tratto c'è l'eliminazione del sistema protettivo. Come si risolve questa contraddizione?

L'accoglienza a tutto livello sia dell'una che dell'altra parte con consentono la realizzazione. Allora bisogna tener presente la dimensione del corpo umano che ha in sé il potere immunologico, ma anche quello relazionale. La soluzione del dilemma sta proprio nella naturalità che è la disponibilità ad accogliere l'estraneo e a dialogare con lui al punto tale che il tutto diventi un arricchimento per l'uno e per l'altro. Nella dialogalità, infatti, è possibile il reciproco arricchimento perché nell'accentuata difesa c'è solo la chiusura immanentistica che troviamo nei governi ideologicamente dittatoriali. Ne abbiamo avuto un esempio nella Germania hitleriana che quando è arrivata al massimo dell'inglobamento, è implosa crollando su se stessa.

Quindi, quando l'immunizzazione diventa esasperata, finisce col produrre l'effetto opposto a quello che si era prefissato: si prefigge la difesa ed ottiene l'offesa per se stessa.

La dialogalità, ripercorrendo il livello della naturalità, crea uno scambio permanente secondo le tre leggi del sistema aperto: omeostasi, trasformabilità e integrazione che garantiscono il processo evolutivo permanente e, al tempo stesso, l'arricchimento per la realizzazione di tutti.

L'omeostasi è l'autoprotezione che mira alla conservazione del proprio equilibrio. La trasformabilità è l'adattamento che poi porta all'integrazione nel nuovo.

Esempio: se ho molto caldo, sudo. Il sudore evapora e questo comporta un abbassamento della temperatura. Se ho freddo, tremo e questo, come ogni movimento, genera calore. Se zappo ed ho le mani soffici e tenere, mi compare il flittene. Se continuo a zappare, si forma il callo e così posso zappare quanto voglio.

Altro esempio: quando si arriva a Pozzuoli, si avverte l'odore fetido della Solfatara che pare impossibile da sopportare. Ma dopo un po' ci si abitua e non lo si sente più. Questo sistema è inserito nella nostra naturalità.

Attualmente, l'uomo si trova in una curvatura spettacolare per cui le categorie noetiche, mentali, conoscitive e quelle pratiche si vanno scomponendo. Pensate che si sta lavorando per realizzare un volo che colleghi Parigi con New York in mezz'ora! Davanti a queste cose, si scompone tutto il nostro quadro mentale! Già oggi il treno collega Roma con Milano in quattro ore, ma è in preparazione un altro che impiegherà solo un'ora senza più il binario, ma con il risucchio in galleria in assenza di aria!

In Giappone già esistono treni del genere oltre a migliaia di robot che vanno a fare la spesa e si salutano tra loro!

Tra breve si potrà anche dire ad una macchina di uscire dal garage e di raggiungere una determinata destinazione senza l'autista. Tutto questo ci scompagina!

Si sta rendendo possibile anche, attraverso l'applicazione intersensoriale di trasferire la realtà di un senso su un altro senso in modo tale che, per esempio, il senso tattile può diventare visivo; quello olfattivo può diventare acustico. Sembra fantascienza!... Ma è possibile perché le immagini catturate dagli occhi, per esempio, vengono trasferite a livello bioelettrico nei neuroni ed è possibile trasferirle anche su un altro senso. E' anche possibile che una persona possa collegarsi con vari computer, pensare al... tempo che fa a New York e vederlo con un collegamento diretto del suo cervello.

L'uomo contemporaneo, dunque, si trova ad essere catapultato in una situazione completamente diversa che gli crea uno scombino al quale reagisce con  un irrigidimento. Per questo oggi le persone si passano vicino senza sfiorarsi e in un momento in cui l'umanità non ha mai avuto tante possibilità di comunicazione, restano avvolte nella solitudine perché la comunicazione non è più affidata alla comunità, ma all'intraprendenza del singolo che per uscire dal malessere e dalla solitudine, si deve costruire una rete per collegarsi con chi gli passa accanto.

Se ciò non avviene, si verifica che l'altro ti passa vicino e non ti sfiora perché con te non vuole parlare e legge te allo stesso modo. Quindi, se non apri il percorso dell'avvicinamento dialogale, non hai nessuna possibilità di realizzarti nella comunità in un contesto in cui questa è ontologicamente vuota.

Si può mettere in atto anche un'accoglienza che non è tale: io ti accolgo e ti ghettizzo perché non ti consento di avere gli stessi diritti e gli stessi doveri. Quindi, quest'accoglienza diventa come un matrimonio morganatico  ("morganatico" è il matrimonio che avveniva tra un sovrano ed una plebea che serviva solo per fare sesso, ma che non veniva inserita nella dinastia).

Il dialogo richiede sei elementi perché i soggetti possano arricchirsi reciprocamente: la bipolarità personale, la precomprensione positiva, la comunicazione, la parità, la collaborazione, la differenziazione.

Noi ci arricchiamo se siamo stimolati dal mondo esterno. D'altra parte, il concetto è il concepito dalla mente con l'unione non morganatica dell'oggetto col soggetto.

Il fulcro che consente il dialogo è il Verbo antonomastico, Gesù Cristo, la Parola incarnata, la comunicazione che non ha contratto con l'umanità un matrimonio morganatico, ma un matrimonio inteso nella sua profonda essenzialità. Gesù Cristo ci ha resi partecipi di Sé e non solo utilizzati, perché si è donato nella Sua totalità ed ha fatto sì che ogni persona potesse realizzarsi completamente nella socializzazione e, quindi, nella comunità dove c'è la reciprocità del dono, dove l'immunità non è implosiva, non è chiusura ermetica totale e, quindi, morte come il modello hitleriano.

Il mondo dei sommi sacerdoti e degli anziani del popolo costituiva una immunizzazione espulsiva. Era il modo di proteggersi del potere dell'epoca usando le leggi di Mosè. Gesù cercò di far capire che "il sabato (la legge) è fatta per l'uomo e non l'uomo per il sabato".

L'uomo deve cercare di coniugare il diritto di inserirsi nella società e gli obblighi che la tutela della società gli impone. In questo caso, tra diritto ed obbligo c'è una sorta di armonia: dalla società io esigo dei diritti a prezzo di obblighi che accetto pur di avere il beneficio del diritto.

Con Gesù Cristo si è verificato che invece di  cogliere di Lui quello che voleva, lo hanno espulso.

Quindi il processo di vitalità che è quello dell'evoluzione permanente, in Gesù ha subito la cattura, l'arresto, è stato inchiodato sulla croce, Lui che si è autodefinito "vita", cioè movimento. Però ha dato a noi la possibilità di capire come il dialogo non è contrapposizione, ma arricchimento reciproco.

Ogni volta che condividiamo con gli altri i nostri pensieri, ci avviciniamo a piccoli passi al cuore dell'esperienza comunitaria realizzativa.

Una volta le persone si raccontavano. Oggi ci si racconta solo virtualmente, ma gli amici virtuali possono essere cancellati con un click.

Nella "Evangelii gaudium", Papa Francesco arriva alla conclusione: "No all'economia dell'esclusione, no al denaro che anziché servire ci governa, no all'idolatria verso certi valori che dominano".

La violenza aumenta di giorno in giorno. I licenziamenti del lavoratori, per esempio, sono forme di iniquità che generano frustrazione e maggiore è la frustrazione, maggiore è l'aggressività che, portata al culmine, genera violenza. La violenza collettivizzata porta alle guerre.

La comunicazione virtuale è un supporto societario... dell'autismo per cui il numero degli autistici cresce anche se dal punto di vista medico non vengono chiamati così perché rappresentano la risposta dell'umanità ad un tipo di vita che è esattamente autistico.

La persona ogni giorno trova il mondo cambiato. Noi a Napoli abbiamo il Centro Direzionale tutto computerizzato ed accanto il venditore ambulante di liquirizia sfusa: due mondi completamente diversi...

Nel 1963 fui mandato in una parrocchia di Trecase  poco frequentata dove la sacrestana dormiva con il cavallo e si spaventava a sentire il telefono squillare. Vedete come è cambiato il mondo!

Tra le scoperte straordinarie contemporanee c'è quella di poter osservare una cellula in movimento con il microscopio a freddo, estrapolarla e riprogrammarla. Ciò vuol dire che una cellula tumorale può tornare ad essere la cellula staminale di origine e vedere, poi, a che punto è diventata neoplasia.

Ma c'è un disegno da parte del potere per destabilizzare le persone?

La persona, nella sua essenzialità, non può essere pilotata se non attraverso la manipolazione che ha tre gradi: il condizionamento, l'alienazione e la strumentalizzazione. Oggi è già sufficientemente in atto il terzo grado...

Ma come si pone una microsocietà i cui membri riescono a dialogare tra di loro, rispetto alla macrosocietà che impone limiti alla sua libertà?

Se la microsocietà ha maturato la capacità dialogale al suo interno, può anche riuscire ad entrare in una dimensione dialogale a livello di macrogruppo. E' quello che sta succedendo in Catalogna dove si è verificata una mancanza di dialogo a monte (1). Solo adesso stanno rendendosi conto della necessità di sedersi attorno ad un tavolo e parlare. Ma possono farlo solo se sono predisposti al dialogo, altrimenti è tempo perso.

La modalità del dialogo non può essere elaborata in astratto. La didassi non è comunicabile, ma è quella che tu elabori nella situazione particolare in cui vieni a trovarti,

La teologia in astratto è filosofia che non serve a niente. Garaudy, statista francese,  si convertì prima al cattolicesimo e poi all'islamismo perché diceva che per fare teologia bisogna essere cattolici, ma per applicarla bisogna essere islamici perché questi vivono nella concretezza in quanto non hanno una gerarchizzazione. Noi, invece, abbiamo la struttura cattedratica. Papa e Vescovi parlano dalla cattedrale e anche a scuola il docente parla dalla cattedra. Quindi, l'ex cathedra è una forma di impedimento alla dialogalità. La nostra struttura societaria si basa sulla piramidalità come quella ecclesiale.

Allora, la didassi è propria della singola persona che sceglie di agire in un certo modo, momento per momento, a seconda delle situazioni.

Per questo Gesù è vissuto semplicemente. Una volta ha cacciato i mercanti dal tempio, altre volte si è salvato a gomitate dagli assalti dei farisei, ha litigato spesso con loro, una volta è andato a pranzo da un fariseo, ecc....

Del resto, se prendete la Sacra Scrittura a livello di astrattezza, vedrete che è di una grande contraddizione. Se la fate svolgere lungo la dinamica storica, vedrete la concretezza.

In effetti, la coerenza astratta è il massimo danno per la concretezza.

Ma come possiamo trasmettere quello che noi maturiamo nella dialogalità del piccolo gruppo?

A livello di epigenetica, l'elaborato del singolo diventa di proprietà genetica che viene trasferita alle generazioni successive. Significa che quelli che nascono adesso, anche se non hanno nulla a che vedere con l'informatica, ne sono maggiormente predisposti proprio perché l'elaborato del gruppo generazionale viene trasmesso in automatico. Quindi, il processo evolutivo fa sì che è possibile pensare che il tuo miglioramento generi una modificazione nei posteri.

L'immissione degli extracomunitari, per esempio, sta rompendo gli schemi di prigionia burocratizzata nella quale noi siamo. Molti immigrati stanno in carcere perché trasgrediscono le norme che sono invivibili. Però quando i carcerati saranno in eccedenza e non ci saranno celle a sufficienza per contenerli, dovranno per forza essere liberati.

Questo ha dato una modificazione genetica all'uomo che non può essere più chiuso nella dimensione di prigionia permanente. Infatti, i seminari sono chiusi, le cattedre sono chiuse e le scuole sono... chiuse perché i ragazzi che ci vanno è come se non ci fossero,  attratti come sono solo dal cellulare. Qui c'erano centinaia di monaci. Oggi non ce ne sono più. Il monachesimo è l'opposto del dialogo. Gesù non è venuto per fare i monaci, ma per dire: "Andate in tutto il modo e predicate il Vangelo".

Il chiudersi nella protezione del convento vuol dire non aver colto questa dimensione dialogale che è il superamento del matrimonio morganatico.

Quindi, senza saperlo, il processo evolutivo avanza per il fatto che una generazione elabora determinate cose. Io stesso, oggi, posso usare questo linguaggio che una volta non era consentito.

 

 

(1) Il 1° ottobre 2017 si è svolto in Catalogna un referendum popolare non autorizzato per l'indipendenza della regione dal governo centrale.

 

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